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Parrocchia di San Michele Arcangelo

a Tobbiana

 

Diocesi di Pistoia

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VIA CRUCIS

ogni venerdì di Quaresima alle ore 15:30

ANNUNCI

VDomenica di Quaresima "Laetare"

26 marzo 2023

 

1. Durante la Quaresima ogni venerdì alle ore 15:30 celebriamo la Via Crucis. Invito tutti a pregare e meditare la passione di Gesù Cristo.

 

2. Disposizioni Normative per la Quaresima:

- digiuno obbliga a fare un unico pasto durante la giornata, ma non proibisce di prendere un po’ di cibo al mattino e alla sera

- astinenza proibisce l’uso delle carni, come pure dei cibi e delle bevande che, ad un prudente giudizio, sono da considerarsi particolarmente ricercati e costosi

- il digiuno e l’astinenza, nel senso sopra precisato, devono essere osservati il mercoledì delle Ceneri e il venerdì della passione e morte di Nostro Signore Gesù Cristo

- l’astinenza deve essere osservata in tutti i venerdì di Quaresima

- alla legge del digiuno sono tenuti tutti i maggiorenni fino al 60° anno iniziato e alla legge dell’astinenza coloro che hanno compiuto il 14° anno di età

- dall’osservanza dell’obbligo della legge del digiuno e dell’astinenza può scusare una ragione giusta, come ad esempio la salute.

 

3. Quaresima come pure l’Avvento sono i tempi forti nella vita della Chiesa e richiedono dai fedeli un impegno in più per quanto riguarda le opere di misericordia specialmente verso i fratelli poveri. La Chiesa ci chiede: dare da mangiare agli affamati. Per questo motivo vogliamo prepararsi per la Pasqua essendo più attenti alle necessità dei nostri fratelli bisognosi, ricordando le parole di Cristo: “Tutto questo che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

Vi chiedo di portare in queste settimane di Quaresima i prodotti alimentari per i poveri e ringrazio per la vostra sensibilità cristiana.

 

4. Durante la terza, quarta e quinta domenica di Quaresima faremo una specie degli esercizi spirituali parrocchiali. Dopo la Santa Messa farò una conferenza spirituale. 

I temi sono seguenti: 12 marzo - Che cos’è e a che serve la fede, 19 marzo - Come credere e 26 marzo - Fondamenta della fede cattolica. 

Invito tutti i parrocchiani a partecipare per prepararsi meglio alla Pasqua.  

 

5. Vi ricordo che come dice il precetto pasquale bisogna confessarsi almeno una volta all’anno e ricevere la Santa Comunione almeno a Pasqua. 

Confesso ogni giorno prima della Santa Messa e su ogni appuntamento.

 

6. Non ci sarà mercatino prima di Pasqua. Per Domenica delle Palme saranno preparate le palme, invece Giovedì Santo dopo la Santa Messa si potrà comprare centrotavola con fiori freschi. Se qualcuno volesse altre composizioni, per esempio per cimitero, si rivolga a Margherita.

Dopo Pasqua, come ogni anno, si potrà comprare i fiori del sepolcro. 

   

7. Funzioni sacre della settimana:

 

Sabato 25 marzo

16:00 Santa Messa sospesa a causa dell’inaugurazione del sinodo a Pistoia

 

V Domenica di Quaresima 26 marzo

9:30 Santa Messa in suffragio dell’anima di Aurelia, Leonardo, Ida e figli 

con la conferenza spirituale

 

Lunedì 27 marzo

8:30 Santa Messa in suffragio dell’anima di Ada (trigesima)

 

Martedì 28 marzo

8:30 Santa Messa in suffragio dell’anima di Marino

 

Mercoledì 29 marzo

8:30 Santa Messa in suffragio dell’anima di Giuseppe e Rosa

 

Giovedì 30 marzo

8:30 Santa Messa

 

Venerdì 31 marzo

8:30 Santa Messa

15:30 Via Crucis

 

Sabato 1 aprile

16:00 Santa Messa in suffragio dell’anima di Gianni con la benedizione dell’ulivo

 

Domenica delle Palme 2 aprile

9:30 Santa Messa in suffragio dell’anima di Solimano e Santina con la benedizione dell’ulivo

SANTA MESSA

Mercoledì 29 marzo

8:30 Santa Messa sospesa a causa di un funerale 

 

Giovedì 30 marzo

8:30 Santa Messa

 

Venerdì 31 marzo

8:30 Santa Messa

15:30 Via Crucis

 

Sabato 1 aprile

16:00 Santa Messa in suffragio dell’anima di Gianni con la benedizione dell’ulivo

 

Domenica delle Palme 2 aprile

9:30 Santa Messa in suffragio dell’anima di Solimano e Santina con la benedizione dell’ulivo

Prenota la Santa Messa

CONFESSIONE

 

Mezz'ora prima di ogni Santa Messa.

Il sacerdote è disponibile su ogni richiesta, vedi: Contatto

SACRAMENTI

 

Per Battesimo, Unzione degli Infermi, Cresima, Matrimonio e Sacerdozio

rivolgersi al parroco che è disponibile su ogni richiesta, vedi: Contatto

CATECHISMO

 

Precomunione - sabato (ogni due settimane) alle ore 16:30.

Comunione - mercoledì alle ore 16:30.

Precresima - domenica alle ore 10:00.

CARITAS

 

Durante l'Avvento e Quaresima si raccoglie prodotti alimentari per i poveri.

PREGHIERA

 

Novena di Natale - dal 16 al 24 dicembre.

 

Adorazione del Santissimo Sacramento - ogni seconda domenica del mese alle ore 16:00. 

 

Via Crucis - ogni venerdì di Quaresima alle ore 15:30.

 

Litanie Lauratene - ogni giorno nel mese di maggio dopo la Santa Messa.

 

Santo Rosario - ogni venerdì di maggio e ottobre alle ore 18:00.

 

Litanie al Sacro Cuore di Gesù - ogni giorno nel mese di giugno dopo la Santa Messa.

 

Santo Rosario al cimitero - ogni venerdì di novembre alle ore 14:45.

MALATI

 

Ogni venerdì mattina Confessione e Santa Comunione.

Sacerdote è disponibile su ogni richiesta, vedi: Contatto

 CONTATTO

 

Parrocchia di San Michele Arcangelo

Diocesi di Pistoia

Via Atto Vannucci, 112

51037 Tobbiana Montale PT

Telefono 0573 590618

Cellulare 333 1410321

Sito internet: www.tobbiana.it

E-mail: [email protected]

PEC: [email protected]

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Coordinate geografiche: 43.961694, 11.041589

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PATRONO

 

Il nome dell’arcangelo Michele, che significa “chi è come Dio?”, è citato cinque volte nella Sacra Scrittura; tre volte nel libro di Daniele, una volta nel libro di Giuda e nell'Apocalisse di s. Giovanni Evangelista e in tutte le cinque volte egli è considerato “capo supremo dell’esercito celeste”, cioè degli angeli in guerra contro il male, che nell’Apocalisse è rappresentato da un dragone con i suoi angeli; esso sconfitto nella lotta, fu scacciato dai cieli e precipitato sulla terra.

In altre scritture, il dragone è un angelo che aveva voluto farsi grande quanto Dio e che Dio fece scacciare, facendolo precipitare dall’alto verso il basso, insieme ai suoi angeli che lo seguivano.

Michele è stato sempre rappresentato e venerato come l’angelo-guerriero di Dio, rivestito di armatura dorata in perenne lotta contro il Demonio, che continua nel mondo a spargere il male e la ribellione contro Dio.

Egli è considerato allo stesso modo nella Chiesa di Cristo, che gli ha sempre riservato fin dai tempi antichissimi, un culto e devozione particolare, considerandolo sempre presente nella lotta che si combatte e si combatterà fino alla fine del mondo, contro le forze del male che operano nel genere umano. Dante nella sua ‘Divina Commedia’ pone il demonio (l’angelo Lucifero) in fondo all’inferno, conficcato a testa in giù al centro della terra, che si era ritirata al suo cadere, provocando il grande cratere dell’inferno dantesco. Dopo l’affermazione del cristianesimo, il culto per san Michele, che già nel mondo pagano equivaleva ad una divinità, ebbe in Oriente una diffusione enorme, ne sono testimonianza le innumerevoli chiese, santuari, monasteri a lui dedicati; nel secolo IX solo a Costantinopoli, capitale del mondo bizantino, si contavano ben 15 fra santuari e monasteri; più altri 15 nei sobborghi. Tutto l’Oriente era costellato da famosi santuari, a cui si recavano migliaia di pellegrini da ogni regione del vasto impero bizantino e come vi erano tanti luoghi di culto, così anche la sua celebrazione avveniva in tanti giorni diversi del calendario.

Perfino il grande fiume Nilo fu posto sotto la sua protezione, si pensi che la chiesa funeraria del Cremlino a Mosca in Russia, è dedicata a S. Michele. Per dirla in breve non c’è Stato orientale e nord africano, che non possegga oggetti, stele, documenti, edifici sacri, che testimoniano la grande venerazione per il santo condottiero degli angeli, che specie nei primi secoli della Chiesa, gli venne tributata.

In Occidente si hanno testimonianze di un culto, con le numerosissime chiese intitolate a volte a S. Angelo, a volte a S. Michele, come pure località e monti vennero chiamati Monte Sant’Angelo o Monte San Michele, come il celebre santuario e monastero in Normandia in Francia, il cui culto fu portato forse dai Celti sulla costa della Normandia; certo è che esso si diffuse rapidamente nel mondo Longobardo, nello Stato Carolingio e nell’Impero Romano.

In Italia sano tanti i posti dove sorgevano cappelle, oratori, grotte, chiese, colline e monti tutti intitolati all’arcangelo Michele, non si può accennarli tutti, ci fermiamo solo a due: Tancia e il Gargano.

Sul Monte Tancia, nella Sabina, vi era una grotta già usata per un culto pagano, che verso il VII secolo, fu dedicata dai Longobardi a S. Michele; in breve fu costruito un santuario che raggiunse gran fama, parallela a quella del Monte Gargano, che comunque era più antico.

La celebrazione religiosa era all’8 maggio, data praticata poi nella Sabina, nel Reatino, nel Ducato Romano e ovunque fosse estesa l’influenza della badia benedettina di Farfa, a cui i Longobardi di Spoleto, avevano donato quel santuario.

Ma il più celebre santuario italiano dedicato a S. Michele, è quello in Puglia sul Monte Gargano; esso ha una storia che inizia nel 490, quando era papa Gelasio I; la leggenda racconta che casualmente un certo Elvio Emanuele, signore del Monte Gargano (Foggia) aveva smarrito il più bel toro della sua mandria, ritrovandolo dentro una caverna inaccessibile.

Visto l’impossibilità di recuperarlo, decise di ucciderlo con una freccia del suo arco; ma la freccia inspiegabilmente invece di colpire il toro, girò su sé stessa colpendo il tiratore ad un occhio. Meravigliato e ferito, il signorotto si recò dal suo vescovo s. Lorenzo Maiorano, vescovo di Siponto (odierna Manfredonia) e raccontò il fatto prodigioso.

Il presule indisse tre giorni di preghiere e di penitenza; dopodiché s. Michele apparve all’ingresso della grotta e rivelò al vescovo: “Io sono l’arcangelo Michele e sto sempre alla presenza di Dio. La caverna è a me sacra, è una mia scelta, io stesso ne sono vigile custode. Là dove si spalanca la roccia, possono essere perdonati i peccati degli uomini…Quel che sarà chiesto nella preghiera, sarà esaudito. Quindi dedica la grotta al culto cristiano”.

Ma il santo vescovo non diede seguito alla richiesta dell’arcangelo, perché sul monte persisteva il culto pagano; due anni dopo, nel 492 Siponto era assediata dalle orde del re barbaro Odoacre (434-493); ormai allo stremo, il vescovo e il popolo si riunirono in preghiera, durante una tregua, e qui riapparve l’arcangelo al vescovo s. Lorenzo, promettendo loro la vittoria, infatti durante la battaglia si alzò una tempesta di sabbia e grandine che si rovesciò sui barbari invasori, che spaventati fuggirono.

Tutta la città con il vescovo, salì sul monte in processione di ringraziamento; ma ancora una volta il vescovo non volle entrare nella grotta. Per questa sua esitazione che non si spiegava, s. Lorenzo Maiorano si recò a Roma dal papa Gelasio I (490-496), il quale gli ordinò di entrare nella grotta insieme ai vescovi della Puglia, dopo un digiuno di penitenza.

Recatosi i tre vescovi alla grotta per la dedicazione, riapparve loro per la terza volta l’arcangelo, annunziando che la cerimonia non era più necessaria, perché la consacrazione era già avvenuta con la sua presenza. La leggenda racconta che quando i vescovi entrarono nella grotta, trovarono un altare coperto da un panno rosso con sopra una croce di cristallo e impressa su un masso l’impronta di un piede infantile, che la tradizione popolare attribuisce a s. Michele.

Il vescovo san Lorenzo fece costruire all’ingresso della grotta, una chiesa dedicata a s. Michele e inaugurata il 29 settembre 493; la Sacra Grotta è invece rimasta sempre come un luogo di culto mai consacrato da vescovi e nei secoli divenne celebre con il titolo di “Celeste Basilica”.

Attorno alla chiesa e alla grotta è cresciuta nel tempo la cittadina di Monte Sant’Angelo nel Gargano. I Longobardi che avevano fondato nel secolo VI il Ducato di Benevento, vinsero i feroci nemici delle coste italiane, i saraceni, proprio nei pressi di Siponto, l’8 maggio 663, avendo attribuito la vittoria alla protezione celeste di s. Michele, essi presero a diffondere come prima accennato, il culto per l’arcangelo in tutta Italia, erigendogli chiese, effigiandolo su stendardi e monete e instaurando la festa dell’8 maggio dappertutto.

Intanto la Sacra Grotta diventò per tutti i secoli successivi, una delle mete più frequentate dai pellegrini cristiani, diventando insieme a Gerusalemme, Roma, Loreto e S. Giacomo di Compostella, i poli sacri dall’Alto Medioevo in poi.

Sul Gargano giunsero in pellegrinaggio papi, sovrani, futuri santi. Sul portale dell’atrio superiore della basilica, che non è possibile descrivere qui, vi è un’iscrizione latina che ammonisce: “che questo è un luogo impressionante. Qui è la casa di Dio e la porta del Cielo”.

Il santuario e la Sacra Grotta sono pieni di opere d’arte, di devozione e di voto, che testimoniano lo scorrere millenario dei pellegrini e su tutto campeggia nell’oscurità la statua in marmo bianco di S. Michele, opera del Sansovino, datata 1507.

L’arcangelo è comparso lungo i secoli altre volte, sia pure non come sul Gargano, che rimane il centro del suo culto, ed il popolo cristiano lo celebra ovunque con sagre, fiere, processioni, pellegrinaggi e non c’è Paese europeo che non abbia un’abbazia, chiesa, cattedrale, ecc. che lo ricordi alla venerazione dei fedeli.

Apparendo ad una devota portoghese Antonia de Astonac, l’arcangelo promise la sua continua assistenza, sia in vita che in purgatorio e inoltre l’accompagnamento alla S. Comunione da parte di un angelo di ciascuno dei nove cori celesti, se avessero recitato prima della Messa la corona angelica che gli rivelò.

I cori sono: Serafini, Cherubini, Troni, Dominazioni, Potestà, Virtù, Principati, Arcangeli ed Angeli. La sua festa liturgica principale in Occidente è iscritta nel Martirologio Romano al 29 settembre e nella riforma del calendario liturgico del 1970, è accomunato agli altri due arcangeli più conosciuti, Gabriele e Raffaele nello stesso giorno, mentre l’altro arcangelo a volte nominato nei testi apocrifi, Uriele, non gode di un culto proprio.

Per la sua caratteristica di “guerriero celeste” s. Michele è patrono degli spadaccini, dei maestri d’armi; poi dei doratori, dei commercianti, di tutti i mestieri che usano la bilancia, i farmacisti, pasticcieri, droghieri, merciai; fabbricanti di tinozze, inoltre è patrono dei radiologi e della Polizia.

È patrono principale delle città italiane di Cuneo, Caltanissetta, Monte Sant’Angelo, Sant’Angelo dei Lombardi, compatrono di Caserta.

Difensore della Chiesa, la sua statua compare sulla sommità di Castel S. Angelo a Roma, che come è noto era diventata una fortezza in difesa del Pontefice; protettore del popolo cristiano, così come un tempo lo era dei pellegrini medievali, che lo invocavano nei santuari ed oratori a lui dedicati, disseminati lungo le strade che conducevano alle mete dei pellegrinaggi, per avere protezione contro le malattie, lo scoraggiamento e le imboscate dei banditi.

Per quanto riguarda la sua raffigurazione nell’arte in generale, è delle più vaste; ogni scuola pittorica in Oriente e in Occidente, lo ha quasi sempre raffigurato armato in atto di combattere il demonio.

Sul Monte Athos nel convento di Dionisio del 1547, i tre principale arcangeli sono così raffigurati, Raffaele in abito ecclesiastico, Michele da guerriero e Gabriele in pacifica posa e rappresentano i poteri religioso, militare e civile.

 

Orazione a San Michele Arcangelo

Si narra che durante la celebrazione di una Messa mattutina, papa Leone XIII, assistendo ad essa dal trono, ebbe una visione di demoni che si aggiravano liberamente per Roma e per il mondo.

Scrisse allora questa orazione di liberazione a san Michele, comandante dell'esercito divino, colui che cacciò Satana nell'inferno (cfr. Ap 12,7-10), e la spedì immediatamente a tutti gli ordinari con la raccomandazione di farla recitare in ginocchio alla fine di ogni Messa.

L'obbligo posto da Leone XIII fu sciolto solo con la riforma liturgica che seguì il Concilio Vaticano II.

La preghiera fu inserita, in forma estesa, in un potente esorcismo che lo stesso pontefice fece inserire nel Rituale Romanum.

 

«Sancte Michael Archangele,

defende nos in proelio;

contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium.

Imperet illi Deus, supplices deprecamur:

tuque, Princeps militiae caelestis,

Satanam aliosque spiritus malignos,

qui ad perditionem animarum

pervagantur in mundo,

divina virtute, in infernum detrude.

Amen.»

 

«San Michele Arcangelo,

difendici in battaglia;

sii presidio contro il male e le insidie del diavolo.

Che Dio imperi su di lui, preghiamo supplici:

e tu, Principe della milizia celeste,

con virtù divina, ricaccia nell'inferno

Satana e gli altri spiriti maligni

che si aggirano per il mondo

per causare la perdizione delle anime.

Amen.»

PARROCO

 

Don Cristoforo (in polacco Krzysztof) Dabrowski.

Nato in Polonia il 5 febbraio 1973.

Laureato in teologia presso l'Università Cattolica Giovanni Paolo II di Lublino.

Ordinato sacerdote il 23 maggio 1998 in Polonia.

Dopo gli studi specialistici il 30 giugno 2006 ha ottenuto la Licenza in Comunicazione Sociale Istituzionale presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma.

Presente nella Diocesi di Pistoia in Parrocchia di San Pantaleo all'Ombrone dal 21 settembre 2003, nominato ufficialmente viceparroco il 14 novembre 2003 da S.E. Mons. Simone Scatizzi, Vescovo di Pistoia.

Incardinato nella Diocesi di Pistoia il 4 settembre 2008.

Il 1 maggio 2013 nominato parroco della Parrocchia di San Pantaleo all'Ombrone e della Parrocchia dei Santi Giusto e Lucia a Montagnana, da S.E. Mons. Mansueto Bianchi, Vescovo di Pistoia.

Il 1 ottobre 2016 nominato parroco della Parrocchia di San Michele Arcangelo a Tobbiana e della Parrocchia di San Martino a Fognano, da S.E. Mons. Fausto Tardelli, Vescovo di Pistoia. L'ingresso in parrocchie si è svolto lunedì 3 ottobre 2016 alle ore 18:00 a Tobbiana.

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Parroci e amministratori a Tobbiana dal 1740

 

Parroci ignoti

 

(Dati raccolti nell’Archivio Diocesano di Pistoia)

1. P. Pio Matteo Nesi rettore dal 1740 al febbraio del 1764

2. Canonico Giuseppe Convergini dal settembre del 1764 al 14 febbraio del 1766

3. P. Domenico Logli curato dal febbraio del 1766 al 1781

4. P. Giuseppe Dini rettore dal 9 febbraio del 1782 al 1808

5. Don Onorato Fini dal 15 febbraio del 1808 al 1847

6. Don Giovacchino Gualtierani dal marzo del 1847 al 7 agosto del 1848

7. P. Giuseppe Taddeucci dal 18 agosto del 1848 al 9 maggio del 1887

8. Don Carlo Scatizzi dal 10 giugno del 1887 al 1902

9. Don Arturo Attucci dal 27 agosto del 1902 al 20 novembre del 1961

10. Don Renzo Aiardi dal dicembre 1961 al maggio 1979

11. Don Marino Marini dal 30 giugno 1979 al febbraio 1989

12. Don Mauro Baldi (amministratore)

13. Don Marco Dobranow

14. Don Cristoforo Mielnik dal 2008 al 1 ottobre 2016

15. Don Cristoforo Dabrowski dal 1 ottobre 2016

 

 

Cappellani a Tobbiana dal 1864 al 1910 

 

**Nel 1926 Don Attucci scriveva al cancelliere della Curia e dava la nota dei cappellani che sono stati a Tobbiana dal 1846 al 1926.

 

Tobbiana 3 giugno 1926. Reverendissimo signor cancelliere come di combinato le mando la nota dei cappellani che sono stati a Tobbiana dal 1846 ad oggi:

 

Don Giovacchino Gualtierani 1846

Don Giuseppe Taddeucci 1847

P. Giuseppe Coppini 1848-1849

P. Michele Baldi 1850-1853

P. Pietro Piaggi 1854-1855

P. Valentino Baganelli 1856-1857

Don Ferdinando Vannucci 1860-1 861

Don Ottaviano Meucci 1863-1867

Don Filippo Cappuccini 1868

Don Bonaldo Bonaldi 1 869-1871

P. Francesco Biagini 1872

Don Luigi Migliorini 1873-1878

Don Bonaldo Bonaldi 1879-1880

Don Carlo Scatizzl 1882

Don Alessandro Taddei 1884

Don Bragi 1885-1886

Don Pietro Pellegrineschi 1909-1910

Ecco quel che risulta dai libri registri esistenti in questo archivio parrocchiale.

 

Con ossequi Sacerdote Arturo Attucci.